Disabilità e sport

La disabilità è una condizione problematica, che comporta l’incapacità di svolgere determinate azioni. Praticare una disciplina sportiva può aiutare a colmare alcune difficoltà e contribuire a offrire a queste persone una qualità di vita migliore. Per chi soffre di questa patologia, infatti, lo sport non rappresenta solamente un’attività di svago, ma si presenta come una vera e propria necessità. L’allenamento individuale e la partecipazione ad attività di gruppo costituiscono uno strumento di riabilitazione fisica e di reinserimento sociale.

Per molti anni la società non si è dimostrata in grado di comprendere gli incredibili benefici derivabili dalla pratica sportiva, dando prova di non idoneità da un punto di vista culturale e organizzativo. Per permettere a individui affetti da disabilità di partecipare a un’attività sportiva, infatti, è necessario offrirgli il supporto di cui essi hanno inevitabilmente bisogno, sia in termini di strutture adeguate, sia di offerta di personale formato.

Con il tempo le federazioni si sono adeguate, proponendo luoghi accessibili. Oggi l’associazione sport e disabilità non è più cosi inverosimile e anche una persona disabile può praticare qualsiasi tipo attività sportiva e partecipare a competizioni.

La nascita delle Paralimpiadi

Disabilità e sport: le paralimpiadi

Il primo a cogliere i potenziali benefici della disciplina sportiva fu il dottor Ludwing Guttman che, nel 1944, iniziò ad organizzare attività adeguate per stimolare i disabili su sedia a rotelle, veterani della Seconda Guerra Mondiale, a muoversi e a mettersi alla prova. Successivamente, 4 anni dopo, il medico organizzò gli “Stroke Mandeville Games“, la prima competizione sportiva per disabili.

L’iniziativa, di grande successo, attirò l’attenzione di medici da tutto il mondo e venne replicata nel 1960 a Roma. L’edizione fu, in pochi anni, riconosciuta come i  “primi Giochi Paralimpici Estivi“.

Nel tempo nacquero tantissime federazioni dedicate a persone con diversi tipi di disabilità, che proponevano attività come nuoto, corsa, tiro con l’arco, scherma, pallacanestro e molte altre. Nel 1984 tutte le associazioni si unirono creando il Comitato Paralimpico Internazionale.

Dal 19 giugno 2001, ogni 4 anni, il CIO – Comitato Internazionale Olimpico –  e il IPC – Comitato Paralimpico Internazionale – organizzano le Olimpiadi e le Paralimpiadi, l’equivalente dei giochi olimpici per persone affette da disabilità fisiche, visive o intellettive.

Le categorie delle Paralimpiadi oggi

Oggi le Paralimpiadi, dette anche Giochi Paralimpici, rappresentano il più importante evento sportivo per disabili. Ogni 4 anni, atleti da tutto il mondo partecipano a competizioni in rappresentanza del proprio paese di origine. Per partecipare alle gare organizzate dalle Paralimpiadi, gli sportivi devono rientrare in una delle 10 categorie riconosciute, in base al tipo di disabilità.

Il primo gruppo comprende gli atleti che soffrono di disabilità fisica e si suddivide ulteriormente in 8 diverse classi:

  • perdita o deficit di un arto;
  • ampiezza di movimento ridotta;
  • differenza di lunghezza delle gambe;
  • deficit di potenza muscolare;
  • statura bassa;
  • ipertonia muscolare – aumento patologico del tono muscolare – ;
  • atassia – mancanza di coordinazione del movimento muscolare – ;
  • atetosi – movimento non bilanciato e involontario – .

I partecipanti con disabilità intellettive rientrano nella nona categoria.

Infine, la decima classe comprende gli individui con disabilità visive parziali o totali, che gareggiano con una seconda persona che ricopre il ruolo di guida. I due atleti costituiscono a tutti gli effetti una squadra e, dal 2012, anche la guida può ricevere una medaglia sul podio. disabilità intellettive gareggiano nella decima classe.

A seconda della categoria di appartenenza, gli atleti possono gareggiare contro determinati avversari e partecipare a determinate attività. Alcuni sport, come il ciclismo, sono aperti a tutti.

Disabilità e sport: le paralimpiadi

Le Paralimpiadi estive e invernali

Come accade per i Giochi olimpici, anche le Paralimpiadi comprendono due edizioni, estiva e invernale.

Le competizioni vengono organizzate ogni 2 anni, alternando gli sport estivi e quelli invernali. I Giochi Paralimpici estivi programmati, quindi, ogni 4 anni, racchiudono attualmente 22 diverse attività. Durante le Paralimpiadi invernali, a loro volta svolte ogni 4 anni, vengono organizzati 7 sport su ghiaccio o neve.

L’ultima edizione invernale è stata disputata nel 2018 nella contea di Pyeongchang (Corea del Sud) e la prossima è prevista per il 2022 a Pechino (Cina). Gli ultimi Giochi paralimpici estivi sono stati organizzati nel 2016 a Rio de Janeiro (Brasile) e i prossimi, previsti per il 2020 ma posticipati a causa della pandemia da Covid 19, verranno disputati quest’anno, tra luglio e agosto 2021 a Tokyo (Giappone).

Gli sport paralimpici

I Giochi paralimpici estivi prevedono 22 attività sportive tra cui: Disabilità e sport: le paralimpiadi

atletica leggera paralimpica, boccia (bocce per atleti in carrozzina), calcio a 5 per ciechi, calcio a 7-un-lato, canoa paralimpica, canottaggio paralimpico, ciclismo paralimpico su strada e su pista. In quest’ultima disciplina gli atleti che non presentano tutti gli arti corrono su handbike, biciclette progettate per persone con disabilità fisiche che si muovono utilizzando le braccia.

Le paralimpiadi estive comprendono anche: pallacanestro in carrozzina, sitting volley, pesistica paralimpica, rugby in carrozzina, scherma in carrozzina, tennis in carrozzina, tennistavolo paralimpico.

Ulteriori discipline sono: equitazione paralimpica, goalball, judo paralimpico, nuoto paralimpico, tiro a segno paralimpico, tiro con l’arco paralimpico, triathlon paralimpico e vela paralimpica.

Durante i Giochi paralimpici invernali, invece, gli atleti partecipano a 7 competizioni: biathlon paralimpico, curling in carrozzina, hockey su slittino, sci alpino paralimpico, sci di fondo paralimpico, parasnowboard e parabob.

Gli atleti paralimpici

In conclusione mi preme sottolineare come, nonostante le indiscutibili difficoltà, atleti come Alex Zanardi, ciclista paralimpico, Beatrice Vio (Bebe Vio), schermista, Martina Caironi, campionessa di atletica leggera, Federico Morlacchi, nuotatore, e tanti altri, sono riusciti a fare tesoro degli enormi benefici della disciplina sportiva e a dare una svolta alla loro vita, affrontando le competizioni con passione, energia e determinazione. Il loro esempio è portatore di un insegnamento importante: nonostante la vita a volte non sorrida, con la forza di volontà è possibile fare tanta strada e togliersi delle grandi soddisfazioni.

 

Autrice: Quarto Simona

Lascia un commento